Nuova piscina: e se pensassimo seriamente all'impatto turistico?
Il dibattito in merito al nuovo centro natatorio per la città di Trento anima le cronache locali e dà adito ad un moltiplicarsi di opinioni in merito. Segno di quanto lo sport del nuoto – e affini – sia moltissimo sentito da tutta la cittadinanza. Non a caso la provincia di Trento risulta da anni ai primi posti tra tutte quelle italiane in virtù di un altissimo rapporto “praticanti/numero di abitanti”.
Anche i dati in mano al Comitato Provinciale della Federnuoto confermano di anno in anno un aumento di iscritti nelle società distribuite sul territorio: circa 20.000 stando agli ultimi rilevamenti, dei quali 2.500 sono atleti di livello agonistico. Per poter sfidare e competere alla pari con i coetanei del resto d’Italia, soprattutto considerato un certo livello in su, i nostri atleti dovrebbero poter contare su impianti adeguati a tale scopo, ma le strutture del capoluogo non sono sufficienti. Basta solo pensare che in tutta la Provincia (e nemmeno in tutta la Regione) non vi è un impianto coperto con vasca olimpionica di lunghezza pari a 50 metri, distanza nella quale si svolgono le massime competizioni nazionali e internazionali. Lo stesso vale per tutte le altre discipline acquatiche: tuffi, pallanuoto, nuoto sincronizzato. Chi vuole veramente proseguire con lo sport di alto livello, adesso come adesso,è costretto a mettere il naso fuori dal Trentino ed approdare in qualche centro sportivo in Veneto, Alto Adige (si pensi ad esempio per i tuffi), o Lombardia, solo per stare nelle vicinanze. Già due squadre di pallanuoto hanno scelto questa soluzione ed anche diverse atlete di nuoto sincronizzato non hanno avuto altra possibilità. E se certo non si può negare che le strutture già esistenti sul territorio provinciale abbiano vasche sufficienti per organizzare certi meeting e certe manifestazioni, è altrettanto vero che logisticamente questi impianti sono praticamente inutilizzabili in concreto in quanto mancano di una seconda vasca per il riscaldamento, di spazi a norma e di tribune per il pubblico.
Allo stato attuale e prendendo atto di queste carenze non è difficile quindi intuire che il nuoto trentino possa realmente "viaggiare" con una marcia in meno rispetto alle proprie potenzialità.
In occasione dell’ultima riunione della Commissione Comunale per lo Sport, giovedì 12 gennaio, il Comitato Trentino della Federazione Italiana Nuoto nella persona del suo presidente Mario Pontalti e le società del capoluogo direttamente interessate, hanno ribadito quindi le proprie posizioni nell’auspicare la realizzazione di un nuovo impianto natatorio per la città di Trento che possa guardare al futuro con occhi diversi. Diversamente da quanto fino ad ora è stato fatto, valutando seriamente l'impatto turistico che potrebbe avere un impianto di un certo tipo.
Ad esempio, prendendo in considerazione l’ipotesi di una stretta collaborazione con la Federnuoto di Roma, sia da un punto di vista di consiglio per gli aspetti tecnici e logistici nella fase di progettazione e realizzazione, sia come possibile sede prescelta per molti ritiri e collegiali delle squadre nazionali, valutando l’opportunità di affiancare alla piscina anche alcune facilitazioni per gli atleti (ad esempio una foresteria, un ristorante, un bar, una palestra). Una soluzione che risulterebbe ottimale anche nel caso di competizioni di alto livello, giovanile soprattutto, per le quali al seguito degli atleti è solitamente previsto un folto pubblico di genitori e accompagnatori, che potrebbero trovare alloggio nelle strutture ricettive della zona.
Questo avviene già in altre città italiane (Riccione e Lignano ad esempio) dove gli ultimi impianti natatori sono stati realizzati tenendo ben presente che lo sport - anche quello così chiamato “minore” - è sempre più sorprendentemente un ottimo veicolo di introito turistico per il territorio.